25 APRILE 2021 / 76esima Festa della Liberazione. Il discorso del sindaco
Sacrario della Romagna (Molina di Quosa), 25 aprile 2021
L'intervento del sindaco di San Giuliano Terme, Sergio Di Maio, in occasione del settantaseiesimo anniversario della Liberazione dell'Italia dal nazifascismo.
Care concittadine, cari concittadini.
Diciamoci la verità. Un anno fa, proprio qui alla Romagna, speravamo che il 2021 avrebbe riportato tutta la comunità su questi monti che hanno visto passare una parte molto significativa della storia della Resistenza nel nostro Paese. Speravamo di tornare ad abbracciarci qui, di rivedere i disegni e ascoltare le poesie dei ragazzi delle scuole con il Progetto Memoria. Speravamo di uscire dall'emergenza sanitaria. Invece anche quest'anno vi parlo solo attraverso i social, che sono uno strumento molto importante ma non possono sostituire le iniziative in presenza, dove ci si guarda negli occhi.
Permettetemi di ringraziare anzitutto chi è qui a rappresentare simbolicamente le istituzioni presenti: il comitato interparrocchiale della Valdiserchio per l'Azione Cattolica di Pisa, l'Anpi di San Giuliano Terme, la Pubblica Assistenza di Pisa, la Croce Rossa Italiana comitato di Pontasserchio, la Sava di Asciano, i Carabinieri delle stazioni di Pontasserchio e San Giuliano Terme. E ringrazio naturalmente l'assessora all'istruzione Lara Ceccarelli e la vicesindaca con delega alla memoria storica Lucia Scatena, che sono qui con me a rappresentare l'amministrazione comunale in questa ricorrenza fondamentale.
Il 25 aprile è davvero fondamentale, perché vi riscopriamo le basi su cui si fonda la nostra comunità, nella Resistenza, nell'antifascismo: non dico nulla di nuovo nel ricordarlo, ma nel tempo in cui le parole si perdono, quelle importanti vanno ribadite instancabilmente a ogni occasione. Oggi lo è.
E a proposito della nostra storia legata a questi valori, apprezzo moltissimo la dedica che l'Anpi provinciale ha deciso di esprimere, tramite nota ufficiale, per la 76esima Festa della Liberazione: al ricordo di Uliano Martini. Non tocca certo a me parlare della sua grandezza come uomo, come partigiano e come artista. La conosciamo tutti e non posso che dedicargli un pensiero commosso.
Il secondo anno di pandemia ha accelerato molti processi, soprattutto nelle disuguaglianze all'interno della società. I più fragili sono diventati fragilissimi e tante categorie stanno iniziando a sentire gli effetti di una crisi a tratti devastante.
I sindaci e i comuni in generale si trovano spesso a far fronte direttamente agli effetti di questa crisi, pur magari non avendo le risorse o gli strumenti necessari. Cosa fare? Abdicare al proprio ruolo, alla propria missione, assolutamente no. È importante scegliere e noi lo abbiamo fatto, con politiche inclusive (penso ai buoni spesa), mettendoci la faccia, con l'ascolto e l'operato del mondo del volontariato, che non finirò mai di ringraziare e che simbolicamente è presente qui oggi: l'Osservatorio sulle povertà, la Consulta del volontariato, il mondo dell'associazionismo in generale, le forze dell'ordine, nessuno escluso. Quello che chiedo con forza al governo è un sostegno reale ai comuni, considerarci come quello che siamo: gli avamposti democratici più vicini a cittadini che a essi si rivolgono per ogni tipo di necessità. Non è una richiesta campata in aria o strumentale, perché l'ho avanzata verso governi di ogni colore politico: aiutare gli enti locali vuol dire anche includerli nelle scelte che vengono prese.
Un'ultima riflessione la dedico al mondo che verrà dopo la pandemia e al carico di dolore e di dubbi che ci ha lasciato e lascerà. Un pensiero a nome mio e di tutta la comunità va alle vittime del Covid e alle loro famiglie, va a tutti coloro che in un modo o nell'altro hanno visto la loro vita cambiare a causa del virus. Sappiate che il Comune c'è e ci sarà sempre.
I vaccini stanno contribuendo in maniera decisiva a farci uscire da questo incubo, ma la lezione che va fatta nostra è la stessa che ritrovo nei valori della Resistenza: una comunità unita contro un nemico da sconfiggere. E va trovata lì l'ispirazione per metterci definitivamente alle spalle la pandemia e soprattutto per costruire la società che verrà e a cui dovremmo iniziare a pensare molto presto. Una società giusta, una società libera.
Buona Resistenza, buon 25 aprile a tutti.