2 DICEMBRE 2019 / Intervento del sindaco Sergio Di Maio per il partigiano Duilio Cordoni
Parco del Partigiano "Uliano Martini", Asciano (PI), 2 dicembre 2019
L'intervento del sindaco di San Giuliano Terme, Sergio Di Maio, in occasione del funerale di Duilio Cordoni, partigiano della brigata "Nevilio Casarosa", al Parco del Partigiano "Uliano Martini" sulla via dei Condotti di Asciano.
Quando muore un partigiano è sempre un momento molto triste per una comunità.
Sappiamo che un pezzo di noi e della nostra storia è andato via e non tornerà mai più. La nostra comunità, in particolare, si fonda su princìpi e valori per i quali persone come Duilio Cordoni hanno lottato, garantendoci un futuro di pace. Futuro che è passato anche da qui, dai nostri monti e dalle nostre frazioni.
Ho avuto l'onore di incontrare Duilio diverse volte in passato, anche da sindaco.
Ma sono particolarmente orgoglioso di averlo potuto salutare l'ultima volta proprio qui, la scorsa primavera, quando abbiamo intitolato il nostro Parco del Partigiano a Uliano Martini, altro uomo straordinario.
Non va dimenticato che Duilio Cordoni ha contribuito al riconoscimento che portiamo con orgoglio a ogni iniziativa istituzionale: la Medaglia d'argento al merito civile, che il Comune di San Giuliano Terme ha ricevuto lo scorso anno per mano del Presidente della Repubblica con una motivazione che non mi lascerà mai indifferente: la nostra comunità, in quella tragica estate del '44, "...nonostante le razzìe, i rastrellamenti e le uccisioni indiscriminate ad opera dei tedeschi, diede prova di un ammirevole spirito di resistenza e di straordinarie virtù civiche, ispirati dai più alti ideali di libertà e di democrazia".
Oggi rivolgo un grande abbraccio alla famiglia Cordoni, ringraziandola per aver contribuito a far radicare la sua storia anche attraverso i tanti incontri che Duilio ha avuto con i ragazzi delle scuole, a cui ha raccontato cosa volesse dire, a soli 17 anni, combattere per la libertà sui Monti Pisani nella brigata "Nevilio Casarosa".
Adesso, più che mai, tocca a noi. Adesso siamo davvero rimasti soli nella lotta per conservare la libertà e far vivere quegli ideali di pace e democrazia sui cui si fonda la nostra società.
Mi è capitato di leggere che, quando muore un partigiano, sui monti che hanno fatto da sfondo alle sue battaglie per la libertà nasca un fiore.
Mi piace credere a questa spiritualità viva e radicata dentro al nostro sentire e al nostro agire. Soprattutto di chi, come noi, è chiamato a prendere decisioni, anche molto importanti, per un'intera comunità.